Sicario

Sicario
Andrea Galli

Rizzoli, pubblicato nel 3 giugno 2020
400 Pagine

È uscito il 3 di giugno per la casa editrice Rizzoli, "Sicario" di Andrea Galli, cronista milanese del "Corriere della Sera". La domanda alla base del libro è una: com'è diventato Julian Sinanaj il sicario più ricercato d'Europa?

In questo romanzo, che raccoglie proprio la storia di Julian, Andrea Galli racconta il killer di professione, dai primi passi nel mondo della criminalità organizzata. Al momento del suo arresto, inizia il lungo racconto della sua storia a partire da quando Julian era solo un ragazzo.
Per comprenderla, bisogna tornare indietro nel tempo, a quando il padre - per scappare dalla dittatura albanese - parte dall'Albania e porta con sé Julian, separandolo dalla madre e dalla sorella. Destinazione: la Grecia. È proprio qui che inizia il suo percorso da criminale, partendo con piccolo furto per arrivare a far parte della mafia georgiana.
Viene addestrato per conto de "Il reduce", il boss della mafia georgiana, per costruire bombe, sparare come un cecchino. Addestrato insomma, per essere il sicario numero uno al mondo.

"Spara appena sveglio, o dopo essersi allenato allo sfinimento.
Un uomo per cui sparare a una persona è la normalità, un'azione come un'altra. Diventato presto un sicario latitante. Tra i più ricercati d'Europa."


La prima cosa che salta all'occhio appena si inizia la lettura di "Sicario" è l'approccio giornalistico dell'autore. Questo fa sì che sembra di leggere un lungo reportage con lo stile che caratterizza gli articoli di giornale. Una scrittura, quindi, scattante e dinamica. Il romanzo, come spesso accade con le biografie, è prevalentemente descrittivo e si susseguono lunghe sequenze di fatti e pochi dialoghi. Lo stile dell'autore all'inizio può risultare disorientante, personalmente ci ho messo un po' per entrare in sintonia con lui.

Mi aspettavo si concentrasse più sugli omicidi e sulla sua attività criminale, invece questo avviene solo verso la fine, lasciando spazio ad un'ampia prima parte in cui l'autore si concentra sulla sua infanzia e la sua fuga dall'Albania. Un'Albania nel pieno della dittatura, in cui anche andarsene era quasi impossibile. Il racconto della fuga clandestina è descritto chiaramente e si riesce a comprendere la difficoltà provata.
Julian Sinanaj è un personaggio glaciale, che appare privo di sentimenti, e la freddezza la ritroviamo anche nello stile dell'autore, che si è attenuto a descrivere senza giudizio, ma anche senza sentimentalismi. Una storia che non conoscevo e che sono contenta di aver approfondito.

Sicario
Andrea Galli

Rizzoli, pubblicato nel 3 giugno 2020
400 Pagine

È uscito il 3 di giugno per la casa editrice Rizzoli, "Sicario" di Andrea Galli, cronista milanese del "Corriere della Sera". La domanda alla base del libro è una: com'è diventato Julian Sinanaj il sicario più ricercato d'Europa?

In questo romanzo, che raccoglie proprio la storia di Julian, Andrea Galli racconta il killer di professione, dai primi passi nel mondo della criminalità organizzata. Al momento del suo arresto, inizia il lungo racconto della sua storia a partire da quando Julian era solo un ragazzo.
Per comprenderla, bisogna tornare indietro nel tempo, a quando il padre - per scappare dalla dittatura albanese - parte dall'Albania e porta con sé Julian, separandolo dalla madre e dalla sorella. Destinazione: la Grecia. È proprio qui che inizia il suo percorso da criminale, partendo con piccolo furto per arrivare a far parte della mafia georgiana.
Viene addestrato per conto de "Il reduce", il boss della mafia georgiana, per costruire bombe, sparare come un cecchino. Addestrato insomma, per essere il sicario numero uno al mondo.

"Spara appena sveglio, o dopo essersi allenato allo sfinimento.
Un uomo per cui sparare a una persona è la normalità, un'azione come un'altra. Diventato presto un sicario latitante. Tra i più ricercati d'Europa."


La prima cosa che salta all'occhio appena si inizia la lettura di "Sicario" è l'approccio giornalistico dell'autore. Questo fa sì che sembra di leggere un lungo reportage con lo stile che caratterizza gli articoli di giornale. Una scrittura, quindi, scattante e dinamica. Il romanzo, come spesso accade con le biografie, è prevalentemente descrittivo e si susseguono lunghe sequenze di fatti e pochi dialoghi. Lo stile dell'autore all'inizio può risultare disorientante, personalmente ci ho messo un po' per entrare in sintonia con lui.

Mi aspettavo si concentrasse più sugli omicidi e sulla sua attività criminale, invece questo avviene solo verso la fine, lasciando spazio ad un'ampia prima parte in cui l'autore si concentra sulla sua infanzia e la sua fuga dall'Albania. Un'Albania nel pieno della dittatura, in cui anche andarsene era quasi impossibile. Il racconto della fuga clandestina è descritto chiaramente e si riesce a comprendere la difficoltà provata.
Julian Sinanaj è un personaggio glaciale, che appare privo di sentimenti, e la freddezza la ritroviamo anche nello stile dell'autore, che si è attenuto a descrivere senza giudizio, ma anche senza sentimentalismi. Una storia che non conoscevo e che sono contenta di aver approfondito.
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