Sei ore e ventitré minuti
Domitilla Shaula Di Pietro
TimeCrime Fanucci, pubblicato nel 29 settembre 2016
318 Pagine
Questo non è un romanzo. Questa è una storia vera. Una storia vera di una violenza. È la storia di Frida, che non vede la telefonata di suo marito ed esce a fare una passeggiata. Proprio mentre sta camminando viene rapita e tenuta in ostaggio da un uomo, che la tortura per sei ore e ventitré minuti. Ma cosa sarebbe successo invece se Frida avesse risposto alla telefonata di suo marito?
Iniziano così due storie parallele - alla sliding doors - quella di Frida abusata, e quella della Frida che invece risponde alla telefonata. Ma la piega che prenderanno entrambe le storie sarà totalmente inaspettata, sopratutto per lei, una donna ordinaria ancorata alle sue certezze e alla sua famiglia.
"Tutto può cambiare in un secondo, un'intera vita può distruggersi in sei ore e ventitré minuti."
"Sei ore e ventitré minuti" è uno di quei romanzi che bisogna leggere e che ha bisogno di essere letto. Sì, perché non è frutto della fantasia, ma è una storia vera, e proprio per questo, ancora più toccante.
Frida pensava di avere una vita perfetta, con due figli e un marito che ama, mai si sarebbe aspettata di dover far fronte a quello che le succede. In tutte e due le storie, Frida mette a nudo la sua anima, e quella che mi ha maggior mente colpito è la storia di Frida abusata. Dopo il rapimento e la tortura subita, conosciamo i meccanismi psichici di una donna spezzata ed il racconto è spesso toccante e commovente. Tutta l'angoscia espressa risulta autentica e la paura palpabile. La paura di una donna che non sarà mai più la stessa e che deve trovare la forza non solo di superare il trauma, ma accettarlo e avere il coraggio di parlarne.
Leggendolo mi sono messa nei suoi panni, ed è stato angosciante e a tratti davvero commovente. I sentimenti che Frida abusata prova sono molteplici, dalla paura alla frustrazione, fino ad arrivare alla rabbia, ma ogni sentimento le serve per cercare di riprendere in mano la sua vita, una vita che è stata spezzata e che può acquistare dignità solo provando a chiudere il cerchio del male che le è stato fatto.
Il coinvolgimento è inevitabile, e non c'è modo di distrarsi perché le due storie continuano ad alternarsi diventando sempre più interessanti e tutte da scoprire.
È un romanzo potente, in grado di appassionare e allo stesso tempo lasciare con l'amaro in bocca. Proprio per questo, vorrei concludere con le parole dell'autrice, che non hanno bisogno di aggiunte ma anzi, possono essere uno spunto di riflessione universale:"Dobbiamo lottare per cambiare le leggi, per introdurre la materia 'Non Violenza' nelle scuole; estirpare il mostro alla radice è l'unica arma che abbiamo per sconfiggerlo, per far sì che questo spaurito 20% di donne che ad ogni denuncia si trasformi in un numero pieno. La violenza si combatte fin da piccoli, all'interno delle famiglie, nelle scuole, con l'informazione e l'educazione."