Portami a casa

Portami a casa
Sebastian Fitzek

Fazi, pubblicato nel 22 ottobre 2023
353 Pagine

Dopo più di dieci anni, Sebastian Fitzek è tornato in Italia. I lettori che lo hanno conosciuto e amato come me, hanno sicuramente contanto i giorni che mancano all'uscita di Portami a casa.
Bene, l'attesa è finita, il 22 ottobre è arrivato.

Tutto inizia con una telefonata.
Jules Tannberg, ex dipendente del 112, sta sostituendo un suo amico alla linea antiviolenza e si trova a parare al telefono con Klara, una donna in cerca di compagnia per quella che dovrebbe essere la strada di casa.
Quel numero di telefono è dedicato alle donne che hanno bisogno di sentirsi rassicurate durante, per esempio, un tragitto, ma sebbene Klara sostenga di aver chiamato per sbaglio, Jules percepisce dalla sua voce il terrore e allora fa quello che le riesce meglio.
Farla parlare.

La storia che la donna racconta a Jules però ha dell'incredibile.
Klara conosce la data della sua morte, è stata scritta sul muro dopo che il "Killer del calendario" l'ha aggredita, e a quella data manca pochissimo tempo.
Questo fatto, però, non è il più terribile che vi ritroverete a leggere immergendovi tra le pagine di Portami a casa.

Non ricordo più da quanti anni aspettavo il ritorno di Sebastian Fitzek in Italia, l'autore che mi ha fatto innamorare del thriller psicologico.
È impossibile rimanere impassibili di fronte alle sue storie e, che piacciano o meno, il lettore viene messo di fronte a sensazioni che suscitano una reazione forte.

In questo nuovo romanzo, non lo nascondo, ho provato tante emozioni poco piacevoli, ma da quelle pagine era impossibile staccarmi.
La prima che voglio menzionare è la sensazione di ansia.
Un'ansia costante che era al mio fianco a ogni pagina, soprattutto fino alla prima metà del libro, momento in cui è subentrata l'adrenalina.
La tensione alla fine dei capitoli cresce sempre di più, Fitzek è strabiliante a provocarla, e lo fa senza che il lettore se ne renda conto, solo e unicamente grazie al potere della sua scrittura, in cui tutte le parole sono inserite nel modo e nel posto giusto.
Qui l'immaginazione viaggia, le scene si proiettano davanti ai propri occhi, l'empatia viene messa in gioco e mi sono sentita impotente davanti a una storia agghiacciante.

Vi avviso, la storia di Klara è molto forte, e tra le pagine vi sono ricorrenti episodi di maltrattamenti, violenze e frasi impattanti:
Le donne devono essere represse. Per evitare di essere distrutti, se necessario, bisogna annullare la loro autostima.
Non possiamo dire, però, di non essere stati avvisati, perché in quarta di copertina ci avevano preparato: mantenere i nervi saldi sarà difficile.
E così è stato per me.

Sappiamo che a Sebastian Fitzek piace giocare con il lettore, e c'è un unico appunto che vorrei fare ma non lo posso fare perché qui niente spoiler. Posso dire però che sappiamo che è finzione, e quando tutto si incastra perfettamente in maniera pensata, si può perdonare anche "l'impossibile".

Lo stile, l'ingranaggio della storia, i colpi di scena, arrivano tutti da una penna di cui si percepisce tutta la capacità ed esperienza.
Consigliato, come tutti i suoi romanzi!

Portami a casa
Sebastian Fitzek

Fazi, pubblicato nel 22 ottobre 2023
353 Pagine

Dopo più di dieci anni, Sebastian Fitzek è tornato in Italia. I lettori che lo hanno conosciuto e amato come me, hanno sicuramente contanto i giorni che mancano all'uscita di Portami a casa.
Bene, l'attesa è finita, il 22 ottobre è arrivato.

Tutto inizia con una telefonata.
Jules Tannberg, ex dipendente del 112, sta sostituendo un suo amico alla linea antiviolenza e si trova a parare al telefono con Klara, una donna in cerca di compagnia per quella che dovrebbe essere la strada di casa.
Quel numero di telefono è dedicato alle donne che hanno bisogno di sentirsi rassicurate durante, per esempio, un tragitto, ma sebbene Klara sostenga di aver chiamato per sbaglio, Jules percepisce dalla sua voce il terrore e allora fa quello che le riesce meglio.
Farla parlare.

La storia che la donna racconta a Jules però ha dell'incredibile.
Klara conosce la data della sua morte, è stata scritta sul muro dopo che il "Killer del calendario" l'ha aggredita, e a quella data manca pochissimo tempo.
Questo fatto, però, non è il più terribile che vi ritroverete a leggere immergendovi tra le pagine di Portami a casa.

Non ricordo più da quanti anni aspettavo il ritorno di Sebastian Fitzek in Italia, l'autore che mi ha fatto innamorare del thriller psicologico.
È impossibile rimanere impassibili di fronte alle sue storie e, che piacciano o meno, il lettore viene messo di fronte a sensazioni che suscitano una reazione forte.

In questo nuovo romanzo, non lo nascondo, ho provato tante emozioni poco piacevoli, ma da quelle pagine era impossibile staccarmi.
La prima che voglio menzionare è la sensazione di ansia.
Un'ansia costante che era al mio fianco a ogni pagina, soprattutto fino alla prima metà del libro, momento in cui è subentrata l'adrenalina.
La tensione alla fine dei capitoli cresce sempre di più, Fitzek è strabiliante a provocarla, e lo fa senza che il lettore se ne renda conto, solo e unicamente grazie al potere della sua scrittura, in cui tutte le parole sono inserite nel modo e nel posto giusto.
Qui l'immaginazione viaggia, le scene si proiettano davanti ai propri occhi, l'empatia viene messa in gioco e mi sono sentita impotente davanti a una storia agghiacciante.

Vi avviso, la storia di Klara è molto forte, e tra le pagine vi sono ricorrenti episodi di maltrattamenti, violenze e frasi impattanti:
Le donne devono essere represse. Per evitare di essere distrutti, se necessario, bisogna annullare la loro autostima.
Non possiamo dire, però, di non essere stati avvisati, perché in quarta di copertina ci avevano preparato: mantenere i nervi saldi sarà difficile.
E così è stato per me.

Sappiamo che a Sebastian Fitzek piace giocare con il lettore, e c'è un unico appunto che vorrei fare ma non lo posso fare perché qui niente spoiler. Posso dire però che sappiamo che è finzione, e quando tutto si incastra perfettamente in maniera pensata, si può perdonare anche "l'impossibile".

Lo stile, l'ingranaggio della storia, i colpi di scena, arrivano tutti da una penna di cui si percepisce tutta la capacità ed esperienza.
Consigliato, come tutti i suoi romanzi!
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