La ragazza che hai sposato
Alafair Burke
Piemme, pubblicato nel Marzo 2018
358 Pagine
Alafair Burke, avvocato penalista statunitense, ci aveva lasciato nel 2017 con il thriller mozzafiato Una perfetta sconosciuta in cui, a parer mio, ha pienamente confermato le sue grandi qualità di autrice. Ad esattamente un anno di distanza, il 13 marzo, esce sempre per la casa editrice Piemme La ragazza che hai sposato, un thriller da non lasciare assolutamente sugli scaffali delle librerie.
"È bastato un istante per trasformarmi davvero nella donna che tutti pensavano che fossi fin dall'inizio: La moglie che dice le bugie per proteggere suo marito."
Angela vive finalmente la vita che ha sempre desiderato, ha al suo fianco suo marito Jason, uomo di successo, che sei anni prima non ha scelto di prendersi cura solo di Angela, ma anche di suo figlio Spencer, frutto di una terribile violenza subita da Angela adolescente.
Agli occhi di tutti sono una coppia felice, da invidiare, fin quando una studentessa di nome Rachel Sutton denuncia Jason per molestie. Ma non è un caso isolato, poco dopo un'altra donna Kerry Lynch, lo denuncia per stupro.
I media, la stampa, i blog impazziscono alla notizia, e qualsiasi tentativo di mantenere la propria vita e il proprio passato privati comincia ad andare in fumo.
Se c'è una cosa che Angela sa bene, è che tutti hanno scheletri nell'armadio, e quando quest'ultimo viene piano piano aperto da qualcuno, non c'è modo di frenare la scoperta dei segreti mandando in frantumi la vita apparentemente perfetta.
Nei libri di Alafair Burke, ritroviamo sempre una parte giuridica, che può non essere la questione principale della storia. Essendo il suo pane quotidiano gestisce ogni caso con grande maestria. In questo caso il processo ha grande rilievo nella storia, e per me è stato impossibile non immaginare l'autrice nei panni dell'avvocato difensore. Il modo che ha lei di trascinare il suo lavoro all'interno delle trame è unico: specifico ma accessibile a tutti, dettagliato ma semplice.
Riuscire a semplificare un linguaggio che a primo impatto può spaventare chi non mastica tutti i giorni pane e legge, non è da tutti.
In quest'ultima opera l'autrice sceglie inoltre di trattare un argomento più spinoso. Il tema della violenza infatti accompagna ogni pagina del romanzo. La Burke ci mostra però le due facce della medaglia, se è vero che denunciare è sempre al primo posto tra le azioni da compiere, è anche vero che la paura di non essere credute può sovrastare quella voglia di segnalare, accusare e pretendere giustizia.
Le donne sono le assolute protagoniste, ingenue, determinate, forti, furbe, succubi, deboli. La Burke proprio grazie a tutte le caratteristiche che ripone nei suoi personaggi, ci fa immedesimare in loro, ci fa provare rabbia e pena per loro, facendoci sentire parte di quelle parole che leggiamo.
Non è solo l'empatia che riesce a scaturire a chi legge il suo punto di forza, ma anche e soprattutto l'articolazione delle sue storie.
C'è un elemento in cui l'autrice eccelle e per cui si distingue, la sua bravura nel giocare a Tetris incastrando perfettamente ogni singolo tassello dell'indagine. Non sfugge niente, ogni dettaglio trova esattamente il suo posto man mano che ogni pezzo scende dall'alto, e in questo la Burke non perde mai!