La casa dei silenzi
Donato Carrisi
Longanesi, pubblicato nel 29 ottobre 2024
416 Pagine
Non c'è più tempo.
È con queste parole che i genitori di Matias si presentano da Pietro Gerber.
Il piccolo Matias ha iniziato a fare sogni inquietanti, e in tutti è presente la stessa protagonista.
Una donna.
Una donna che lo guarda, lo osserva senza dire una parola.
La donna silenziosa.
È passato un anno ormai dall'inizio di quei sogni e ora Matias non è più il bambino solare ed espansivo di un tempo.
È chiuso in sé stesso, urla ogni notte e ha il terrore di addormentarsi.
Per i due genitori, Pietro Gerber, l'ipnotista chiamato da tutti "L'addormentatore di bambini" è l'unica possibilità di salvare loro figlio.
Dal primo incontro però, Pietro Gerber percepisce qualcosa che non torna.
I due genitori non gli stanno dicendo tutto.
Quando Pietro, attraverso le registrazioni del sonno di Matias, vede un gesto con la mano, capisce che la situazione è seria.
Quel gesto è una richiesta di aiuto, il bambino ha davvero bisogno di essere salvato.
Chi è la donna silenziosa?
Scrivere di viaggi all'interno della mente umana non è un lavoro facile, ma lo è ancora di meno quando quello che si deve ricercare è nei sogni. La parte più nebulosa della nostra persona, tanto difficile da decifrare e che, ancora oggi, è piena di zone d'ombra.
L'inconscio.
Donato Carrisi ne parla con molta precisione e interesse, servendosi di testimonianze di persone che lavorano sul campo, e con una semplicità nello stile che rende l'argomento comprensibile a tutti.
Il suo personaggio, Pietro Gerber, è il migliore in questo, con la sua tecnica di ipnosi che gli ha donato la nomea di addormentatore di bambini.
Le sedute con il piccolo Matias danno inizio a un viaggio nei meandri di uno tra i miei argomenti preferiti al mondo e di cui amo leggere. Non c'è niente di più affascinante e al contempo inquietante di ciò che succede nella mente umana. Nel romanzo inoltre, Donato Carrisi ripone la giusta dose di suspence alla fine capitoli che spingono a proseguire sempre, costantemente.
Se però siamo stati abituati a provare inquietudine o a guardarci attorno leggendo i romanzi dell'autore con la lucina accanto al letto accesa, qui ho percepito meno questa sensazione e, seppur non lo reputi un fattore negativo, avrei comunque tanto voluto provarla.
Se mi è piaciuto La casa dei silenzi? Sì, ma con riserva.
Il finale non l'ho apprezzato nella sua interezza, da una parte chiude dei piccoli cerchi che riprendono i precedenti romanzi (assolutamente da leggere prima), dall'altra si discostata da quella che è stata la storia di Matias e, soprattutto, alcune domande sul caso, sulla signora silenziosa, sono rimaste senza risposta. Però lo sappiamo, a Carrisi non piace fornire tutte le risposte, ne offre al lettore alcune, dando così modo di rimanere lì, ancorato al libro anche dopo aver voltato l'ultima pagina, a cercare di rispondere per lui a quegli aspetti rimasti in sospeso.
Per giorni e giorni dopo.
A me, almeno, è successo così.