L'ultima scena
S. J. Watson
Piemme, pubblicato nel 12 gennaio 2021
448 Pagine
Una è morta e una è scomparsa. A distanza di tempo. Ma qualcosa sembra collegare i due misteri.
Alex è una regista che per lavorare ad un nuovo documentario sulla vita nei piccoli villaggi si trasferisce a Blackwood Bay, un piccolo paesino in Inghilterra.
Questa però è solo la scusa, perché Alex sa che lì sta accadendo qualcosa di losco.
A Blackwood Bay una ragazza, Zoe, è scomparsa. Daisy invece è morta. Dicono che si sia suicidata ma nessuno ci crede veramente, ed è in realtà proprio su questo che Alex viene mandata a documentare, per riportare testimonianze e far luce sulla faccenda.
Ma l'arrivo di Alex non è come si aspettava, la gente del posto è diffidente e nessuno sembra voler parlare liberamente dei fatti.
Tutti a Blackwood Bay accolgono Alex con diffidenza, le persone con cui si ritrova a parlare non sanno fino a che punto potersi fidare. Riaprire dopo tanto tempo il caso della morte di Daisy e della scomparsa di Zoe fa risaltare ancora di più il fatto che c'è evidentemente qualcosa da tenere nascosto in quel posto.
Nessuno è disposto a lasciarsi andare a confidenze, quasi come a tentare di proteggere un qualcosa che non può essere portato alla luce perché è troppo pericoloso per le persone coinvolte.
Quello che è successo in passato, però, sta per succedere di nuovo.
Come loro, anche Alex ha zone d'ombra nella sua vita, perché un trauma passato le ha causato una grave amnesia, non ricorda niente del suo passato, nemmeno l'episodio che le ha causato la perdita di memoria. Sarà proprio la permanenza a Blackwood Bay a smuovere qualcosa dentro di lei e a riportare a galla i ricordi.
Attendevo da tempo il ritorno di S. J. Watson, autore che mi aveva fatto appassionare alle storie di Non ti addormentare e Io non ti conosco. Il 12 gennaio 2021 è uscito in Italia il suo terzo romanzo, L'ultima scena, un thriller che aveva tutti i presupposti per essere un thriller psicologico perfetto per me.
Il romanzo alterna due archi temporali, "Prima" e "Adesso". Nel "Prima" abbiamo una ragazza che a seguito di un incidente non ricorda niente di quello che è avvenuto. Il nome e tutto il suo passato è sconosciuto, e gli sforzi dei medici sembrano non avere alcuna efficacia.
Nella parte dedicata al presente, "Adesso", per lavorare al suo filmato, Alex indaga sui casi delle due ragazze. Che cosa è successo davvero?
Il romanzo è raccontato in prima persona in entrambi gli archi temporali. Nel presente è Alex la narratrice della storia, mentre nel passato è la ragazza senza ricordi a parlare. Personalmente sono una grande fan del narratore interno, perché mi ritrovo da subito coinvolta maggiormente, e spesso immedesimarsi nel protagonista o provare empatia mi risulta più naturale.
Ho letto tutto il romanzo con curiosità, devo ammettere che quasi tutta era concentrata sul cercare di scoprire quale fosse la "cosa orribile" che si aggira dietro al caso delle due ragazze. Per tutto il libro si viene colpiti da piccole frasi che fanno pensare che dietro si nasconda qualcosa di così grave da non poterla neanche nominare ("Ti prego parlami, posso aiutarti" "Nessuno potrebbe", "Ti prego aiutami a trovarla" "Non posso" "Perché?" "Non posso e basta"), e invece, alla luce del finale, la spiegazione è stata meno ricca di suspense e shock di quello che mi aspettavo, ed era quello che temevo.
La tematica è tosta e importante, si parla di droghe connesse ad abusi, e apprezzo quando nei thriller si approfondiscono tematiche socialmente delicate, però ho trovato che non reggesse il peso di tutta la suspense che l'autore monta per tutto il libro su un qualcosa che, in realtà, già ci viene svelato strada facendo (perdonatemi se non entro nei dettagli per evitare spoiler).
Anche per quanto riguarda i colpi di scena mi aspettavo qualcosa in più. Ci sono due colpi di scena rilevanti, che avevo previsto. Il primo (quasi ovvio) viene svelato veramente troppo presto, e da lì in poi l'autore incentra tutto sul cercare di far scoprire al lettore il "come" sia successo piuttosto che il "cosa". Nelle ultime 40 pagine ci viene svelato un altro grande colpo di scena, che si può percepire stando molto attenti. Quest'ultimo mi ha colpito decisamente di più, e mi ha fatto pensare che sarebbe bello rileggerlo una seconda volta conoscendo la verità, per rimettere insieme tutti i pezzi che possono sembrare meno immediati.
Alla fine del romanzo penso che qualche taglio di pagine avrebbe aiutato a non rendere alcuni concetti ripetitivi.
Detto questo, ci sono tante altre cose che mi sono invece piaciute.
Prima di tutto il fatto che l'autore conferma anche qui di avere uno stile che si presta a ogni tipo di lettore. La sua semplicità rende la lettura veramente godibile, ed è sempre in grado di instaurare nel lettore quella curiosità di proseguire.
I personaggi sono caratterizzati perfettamente, le figure maschili sono ricche di ombre, e la domanda che mi ponevo spesso durante la lettura era "di chi mi posso fidare"?
Il tormento interiore della protagonista di non ricordare chi sia veramente l'ho percepito completamente, e Watson si è messo nei panni di una donna facendola risultare un personaggio molto credibile ai miei occhi.