Il rumore del silenzio

Brian Freeman è ormai una certezza!

Il luogo in cui ambienta questa nuova storia è una piccola cittadina di pochi abitanti.
Tutti si conoscono e sembra il classico posto tranquillo in cui non succede mai nulla. Ecco perché la città è sconvolta quando Jeremiah, un bambino di dieci anni, scompare. Una volta esclusa l'ipotesi che si tratti di un forestiero, deve per forza essere uno degli abitanti.

È Shelby Lake, vice sceriffo della città, a raccontarci la storia prima nel passato di dieci anni prima, a quando risale la scomparsa di Jeremiah, e poi nel presente. Shelby ha una storia particolare. È stata abbandonata quando era molto piccola davanti alla casa di Tom Ginn, lo sceriffo, che si è sempre occupato di lei ed è diventato a tutti gli effetti un padre.

Nonostante sia Shelby la narratrice, questa storia ha molti personaggi importanti, ognuno tratteggiato con cura.
C'è suo padre, lo sceriffo, che deve fare i conti con la demenza che ha ereditato dai genitori. Adam, collega e amico di Shelby ma geloso del fatto che sia stata lei ad essere scelta per lavorare a stretto contatto con l'FBI al caso. Infine ci sono gli amici di Shelby, che avranno un ruolo fondamentale.

Nella prima parte del romanzo seguiamo passo passo le indagini, i fallimenti e le piccole scoperte sul caso, ed è fondamentale perché ci fornisce un quadro completo sui personaggi.
La seconda metà del libro ci mostra nel presente, dieci anni dopo, come sono diventati tutti, e come, purtroppo, il lieto fine non spetti a chiunque. Dopo una fase di stallo vengono fatte alcune scoperte che porteranno a una catena di eventi e, finalmente, alla risoluzione del caso.

Ho raccontato di proposito molto poco della trama. È una storia che vale la pena scoprire, e soprattutto ogni piccolo dettaglio è fondamentale. Freeman collega tutto in modo intelligente in un finale che conclude il caso ma lascia aperti alcuni interrogativi sulla storia di Shelby.
Esco da questa lettura molto soddisfatta e non vedo l'ora di leggerne il seguito!