I fiumi di porpora
Jean-Christophe Grangé
Garzanti, pubblicato nel 1997
385 Pagine
I fiumi di porpora, pubblicato in Francia nel 1997 e successivamente in Italia, è stato il libro che ha reso l'autore francese Jean-Christophe Grangé famoso in tutto il mondo.
Dopo averlo letto, ne comprendo il motivo.
La storia si apre con il ritrovamento del cadavere di Remy Caillois, un giovane bibliotecario orrendamente torturato, nudo e con segni di strantolamento.
Il caso d'omicidio viene assegnato a Pierre Niémans, poliziotto che da tempo ha smesso di occuparsi di omicidi, per via dei suoi attacchi incontrollabili di violenza, ma dalla bravura indispensabile per questo genere d'indagini. Un'indagine che risulta da subito complicata, Remy Caillois, infatti, non aveva alcuna impronta digitale sulle mani, e gli occhi gli erano stati rimossi.
A scoprirlo è la docente universitaria Fanny Ferreira, ed è la prima ad essere interrogata. Dall'interrogatorio, l'immagine del bibliotecario che ne emerge è quella di un uomo solitario, riservato e chiuso in se stesso.
Nel frattempo Karim, poliziotto arabo, indaga su una profanazione al cimitero, nello specifico, della tomba di Jude, un bambino morto anni prima in un incidente stradale. Anche questa indagine risulta subito complessa, perché nella scuola che frequentava il bambino sono spariti proprio documenti riferiti ai suoi anni di frequenza.
Qualcuno sta cercando di tenere nascosto qualcosa, ma cosa? E per quale motivo?
I fiumi di porpora è un'indagine dentro a un'indagine, una storia che si dirama in due blocchi in cui da una parte abbiamo l'omicidio del bibliotecario, dall'altra l'indagine riferita a Jude, destinati inevitabilmente a connettersi.
A fare da esponenti alle due storie abbiamo due personaggi ombrosi e cupi, e il loro temperamento è parte integrante ed enfatizza l'atmosfera buia che contorna il romanzo.
Karim e Niémas sono una coppia davvero interessante da seguire, ognuno di loro caratterizzato da un passato che li rende due uomini tutto d'un pezzo, di quelli che non hanno paura di niente e che per arrivare all'obiettivo sono pronti a tutto.
L'indagine è indagine intensa, e ci si ritrova sempre più coinvolti, strutturata in modo complesso ma al punto giusto e sempre intrisa dalla giusta carica di suspense. Né troppa né poca, provocando così la sensazione di rimanere appesi, in apnea fino a quando non si scoprirà la verità dietro agli omicidi.