Askja

Askja
Ian Manook

Fazi, pubblicato nel 5 novembre 2020
426 Pagine

Askja è il secondo capitolo della trilogia islandese firmata Ian Manook, che ha inizio con Heimaey in cui per la prima volta incontriamo il personaggio di Kornelíus Jakobsson, l'ispettore islandese possente come un troll.

La storia ha inizio nel deserto di cenere dell'Askja, terra islandese ricca di fascino e mistero, patria perferta per le vicende che il libro contiene.
Un ragazzo individua rivedendo il video fatto con il suo drone il corpo di una donna, accanto alla casa di un uomo che soffre di Alzheimer e non ricorda nulla, ma risulta subito un sospettato.
L'ispettore Kornelíus viene chiamato per indagare, ma una volta arrivato sul posto, il corpo della donna scompare e poco dopo anche del ragazzo non si ha più traccia.

Nel frattempo, nei pressi della capitale, viene ritrovato un paio di mutandine in un vulcano e sul luogo di ritrovamento la polizia rileva tracce di sangue. Di un corpo, anche qui, non vi è traccia.
La poliziotta Botty è l'incaricata del caso, un caso che si intreccerà a quello di Kornelíus perché il maggiore indiziato non ricorda nulla.

Due scenari simili. Due crimini senza cadaveri. Due sospettati che confessano un crimine che non ricordano di aver commesso.

Askja è un thriller in cui si viene immediatamente trasportati nelle terre fredde islandesi, e l'autore aiuta questo processo descrivendo dettagliatamente i luoghi senza essere ridondante. Nonostante si tratti di un secondo capitolo, il romanzo si riesce a leggere senza aver letto il precedente capitolo e senza perdere passaggi importanti, perché i riferimenti passati, sia personali che riguardati il caso di Heimaey, sono sintetizzati soprattutto a inizio libro, per poi lasciare spazio a un caso che risulta intrigato dal principio.

La parte che più ho apprezzato è il contorno personale che l'autore dipinge attorno ai protagonisti. Kornelíus è quello che chiameremmo un orso solitario, ma non è sempre stato così. Dopo essere stato abbandonato dalla moglie e la figlia, vive la sua vita in solitudine, con un amore platonico nei confronti della sua collega Ida. È brusco e spesso scontroso, il suo carattere irruento si ripercuote anche nel suo lavoro di investigazione, ma è anche grazie a queste sue sfaccettature che è bravo a fare quello che fa. Alcune caratteristiche sono stereotipate e accentuate, proprio per dare l'idea del personaggio ombroso.

È un romanzo in cui vengono costantemente alternate scene caratterizzate da molta azione, ad altre invece più tranquille e riflessive. L'ho trovato un giusto compromesso e un punto di forza che può far avvicinare lettori che amano l'adrenalina e chi invece preferisce gli aspetti psicologici nei romanzi.

Askja
Ian Manook

Fazi, pubblicato nel 5 novembre 2020
426 Pagine

Askja è il secondo capitolo della trilogia islandese firmata Ian Manook, che ha inizio con Heimaey in cui per la prima volta incontriamo il personaggio di Kornelíus Jakobsson, l'ispettore islandese possente come un troll.

La storia ha inizio nel deserto di cenere dell'Askja, terra islandese ricca di fascino e mistero, patria perferta per le vicende che il libro contiene.
Un ragazzo individua rivedendo il video fatto con il suo drone il corpo di una donna, accanto alla casa di un uomo che soffre di Alzheimer e non ricorda nulla, ma risulta subito un sospettato.
L'ispettore Kornelíus viene chiamato per indagare, ma una volta arrivato sul posto, il corpo della donna scompare e poco dopo anche del ragazzo non si ha più traccia.

Nel frattempo, nei pressi della capitale, viene ritrovato un paio di mutandine in un vulcano e sul luogo di ritrovamento la polizia rileva tracce di sangue. Di un corpo, anche qui, non vi è traccia.
La poliziotta Botty è l'incaricata del caso, un caso che si intreccerà a quello di Kornelíus perché il maggiore indiziato non ricorda nulla.

Due scenari simili. Due crimini senza cadaveri. Due sospettati che confessano un crimine che non ricordano di aver commesso.

Askja è un thriller in cui si viene immediatamente trasportati nelle terre fredde islandesi, e l'autore aiuta questo processo descrivendo dettagliatamente i luoghi senza essere ridondante. Nonostante si tratti di un secondo capitolo, il romanzo si riesce a leggere senza aver letto il precedente capitolo e senza perdere passaggi importanti, perché i riferimenti passati, sia personali che riguardati il caso di Heimaey, sono sintetizzati soprattutto a inizio libro, per poi lasciare spazio a un caso che risulta intrigato dal principio.

La parte che più ho apprezzato è il contorno personale che l'autore dipinge attorno ai protagonisti. Kornelíus è quello che chiameremmo un orso solitario, ma non è sempre stato così. Dopo essere stato abbandonato dalla moglie e la figlia, vive la sua vita in solitudine, con un amore platonico nei confronti della sua collega Ida. È brusco e spesso scontroso, il suo carattere irruento si ripercuote anche nel suo lavoro di investigazione, ma è anche grazie a queste sue sfaccettature che è bravo a fare quello che fa. Alcune caratteristiche sono stereotipate e accentuate, proprio per dare l'idea del personaggio ombroso.

È un romanzo in cui vengono costantemente alternate scene caratterizzate da molta azione, ad altre invece più tranquille e riflessive. L'ho trovato un giusto compromesso e un punto di forza che può far avvicinare lettori che amano l'adrenalina e chi invece preferisce gli aspetti psicologici nei romanzi.
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